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La centrale elettrica di via Santa Radegonda

Questo post è un po' diverso dagli altri.
In genere racconto di posti in cui c'è da vedere e magari anche da fotografare. In via Santa Radegonda, invece, non c'è molto di tangibile a proposito della vicenda che sto per raccontarvi. Ma quasi 130 anni fa, questa strada è stata protagonista di un momento importantissimo nella storia di Milano.



Via Santa Radegonda

Guardatevi intorno, c'è il cinema Odeon con gli schermi che proiettano le anteprime dei film, e il ponte della Rinascente, illuminato da neon colorati, e ci sono negozi, luci, lampioni.




Accensione delle lampade a gas

Ora immaginate la stessa strada più un secolo fa. Non c'era traccia delle sfavillanti luci a cui siamo abituati, era buia e tetra, illuminata solo dai fiochi bagliori delle lampade a gas. Chi poteva permetterselo si spostava di sera illuminando il cammino con lanterne, gli altri si arrangiavano come potevano.

Malgrado questo Milano è sempre stata una città piena di vita e il teatro Alla Scala rappresentava uno dei punti fondamentali della cultura italiana.
All'epoca la stagione lirica si inaugurava il primo dell'anno e, proprio qui, a capodanno del 1884, i milanesi poterono assistere ad un evento straordinario: tutte le lampade ad olio e a candela del teatro erano state sostituite da moderne lampadine elettriche alimentate dalla prima centrale d'Europa, costruita proprio in via Santa Radegonda, in pieno centro di Milano.

Per completezza dell'informazione c'è da dire che la centrale era la prima dell'Europa continentale, perchè in Inghilterra qualcosa si stava già facendo ma questo è solo un particolare.
Gli artefici di questo evento furono due uomini, due brillanti ingegneri, dapprima maestro e allievo, poi amici e soci: Giuseppe Colombo e Giovanni Battista Pirelli.
Vediamo chi sono.



Il duomo con la ciminiera della centrale elettrica di via Santa Radegonda

Alla fine del 1800 Giuseppe Colombo è professore di geometria e meccanica alla scuola di arti e mestieri di Milano. È un ingegnere curioso ed entusiasta e si appassiona al lavoro e alle ricerche di Thomas Edison, l'inventore americano che nel 1882 costruisce la prima centrale elettrica della storia sfruttando l'acqua delle cascate del Niagara.
Colombo, dall'altro lato dell'oceano, studia le pubblicazioni di Edison e cerca un modo per applicare nella pratica le recenti scoperte sull'elettricità. Inoltre si preoccupa di divulgare le sue conoscenze in conferenze e serate tematiche e di spiegarle ai suoi allievi dell'università.
Ad alcune di queste lezioni assiste un giovane e brillante studente di ingegneria: Giovanni Battista Pirelli.



Il duomo con la ciminiera della centrale elettrica di via Santa Radegonda

Pirelli, è figlio di Santino, il panettiere di Varenna. Giovanni Battista però non vuole seguire le orme paterne nella conduzione del panificio e, nel 1865, a 17 anni, si iscrive all'università di Pavia per trasferirsi, dopo il biennio, al politecnico di Milano.
Subito dopo la laurea Pirelli riceve il premio Kramer, una borsa di studio da 3000 lire che la nobildonna milanese Teresa Berra Kramer ha istituito in memoria del figlio ingegnere.
La somma è vincolata al preciso scopo di un viaggio di istruzione all'estero, al fine di studiare una nuova industria non ancora diffusa in Italia.
E' esattamente ciò che vuole Colombo.
Il professore è convinto che l'elettricità sia importante proprio perchè può essere applicata alla pratica e all'industria. Una di queste applicazioni potrebbe essere la lavorazione di un nuovo materiale, un idrocarburo polimero estratto da una pianta del bacino del rio delle amazzoni che inizia ad essere lavorato soprattutto nell'Europa del nord: il caucciù.


Il duomo con la ciminiera della centrale elettrica di via Santa Radegonda

Colombo esorta quindi Pirelli a girare l'Europa e a studiare il fenomeno nascente dell'industria, e gli dice che, quando arriverà a Parigi, potrà contattare un suo conoscente che lo introdurrà al settore della lavorazione della gomma. E' proprio questo francese che, nell'agosto del 1871, presenta a Pirelli un artigiano capace di modellare, su stampi appositamente creati, ogni genere di articolo in gomma.
Pirelli è entusiasta e poco tempo dopo torna a Milano.
Gli ci vogliono solo pochi mesi per organizzarsi e, il 29 gennaio del 1872, firma l'atto di nascita della G.B. Pirelli e C. nello studio di un famoso notaio milanese.



Il duomo con la ciminiera della centrale elettrica di via Santa Radegonda

Giuseppe Colombo, intanto, continua i suoi studi riuscendo ad ottenere dei risultati straordinari per l'epoca.
Nel 1876 piazza del Duomo viene illuminata da 5 fari elettrici alimentati a dinamo e nel 1880 è il caffè Gnocchi, in galleria, ad essere illuminato elettricamente. L'anno successivo la galleria Vittorio Emanuele viene illuminata a giorno da 25 lampade ad arco.

Nel 1882 Colombo intraprende una sfida eccezionale: costruire la prima centrale elettrica italiana. Lui è sempre stato convinto della necessità di importare la tecnologia per la produzione di energia elettrica e riesce a convincere il consiglio comunale a firmare una delibera per incaricarlo di costruirne una a Milano.
Colombo si reca da Edison negli Stati Uniti, studia le sue invenzioni e compra i macchinari che gli sono necessari.
Via Santa RadegondaAl suo rientro cerca un posto adatto per costruire la sua centrale e la scelta cade proprio su una piccola area tra le vie Santa Radegonda e Agnello, nei pressi del Duomo perché gli utilizzatori del sevizio dovevano essere i grandi negozi, le banche e le abitazioni del centro.
La sede scelta è quella in corrispondenza dell'attuale cinema Odeon, dove sorgeva un teatro in legno che, dopo alterne fortune, era ormai abbandonato da qualche anno.



Accanto alla centrale viene costruita anche una ciminiera in mattoni alta 52 metri che si vede chiaramente svettare di fianco al duomo in molte fotografie dell'epoca ma che indispettisce molto i cittadini non ancora abituati allo smog e all'inquinamento.
Il duomo con la ciminiera della centrale elettrica di via Santa RadegondaColombo prepara quindi un'eccezionale sorpresa per i milanesi. Per dimostrare la bontà delle sue idee e le potenzialità dell'energia elettrica, decide di illuminare il teatro alla Scala con 2880 lampadine durante l'inaugurazione della stazione lirica del 1884.
Un grosso problema che gli si presenta, però, è come portare l'elettricità da via Santa Radegonda alla Scala.
L'accensione di quasi 3000 lampadine ad incandescenza richiede una tensione molto elevata e Colombo teme un sovraccarico.



E qui ritorniamo a Pirelli che in quegli anni è sempre più immerso nel mondo del caucciù ma ancora stenta ad individuare un prodotto che possa lanciare la sua azienda in modo definitivo.
Colombo pensa di coinvolgerlo, e di proporre a lui di costruire i cavi in gomma della lunghezza e della consistenza sufficiente a trasportare la corrente necessaria.
Pensandoci adesso sembra banale ma per il tempo questi cavi sono un'assoluta novità, fino ad allora il rame era stato posto in comparti di legno o di mattoni e cemento. Solo in Inghilterra era stato fatto qualche tentativo di utilizzare la gomma come isolante ma nel resto d'Europa non c'era alcun tipo di produzione.
Pirelli si dice disponibile ma ci sono dei problemi pratici da affrontare ovvero la riconversione delle linee produttive ed i tempi di realizzazione che sono strettissimi. Comprende però l'importanza che questo evento può avere per il futuro della sua azienda e si mette all'opera coinvolgendo tutto il personale.


Teatro Alla Scala

E alla fine il progetto è un successo.
La notte di capodanno del 1884 al posto delle lampade a candela ci sono 2880 lampadine pronte ad illuminare la Scala e a portare il futuro a Milano.
La loro accensione lascia stupiti i milanesi e riscuote un enorme successo.
Il giorno dopo, il 2 gennaio 1884, il corriere della sera scrive: "Coloro che si propongono di applicare l'illuminazione elettrica su grande scala nella nostra città, hanno ottenuto ier sera il più grande, il più serio, il più clamoroso successo."
Il merito è tutto di questi due ingegneri: Pirelli realizza i cavi a tempo di record e Colombo mantiene le promesse dimostrando la potenza e l'efficienza della centrale elettrica da lui voluta e costruita.

Malgrado questo la centrale ebbe vita piuttosto breve. Già allora la tecnologia faceva passi da gigante in poco tempo e, la corrente continua prodotta in via Santa Radegonda divenne presto obsoleta rispetto alla più efficiente corrente alternata.
Nel 1926 si decise di abbattere l'intero isolato tra via Agnello e via Santa Radegonda e, vennero costruiti nuovi edifici tra cui il progenitore dell'attuale cinema Odeon, proprio quello che state guardando adesso se vi trovate in via Santa Radegonda.


16/02/2014



massimo
siete formidabili sapevo di questa centrale,il mio lavoro di elettricistta ed elettronica mi porta a queste conoscenze anche a 76 anni grazie di nuovo continuatwe a inserire queste cose antiche sono molto attraenti.
16/01/2016


Mappa





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